
Chiediamo a Diego quale sia l’aspetto più interessante del suo lavoro in ambito finanziario?
Il lavoro rappresenta una componente rilevante della vita, sia in termini di tempo che assorbe che in relazione alla soddisfazione, non solo monetaria, che è in grado di offrire. Scegliere il settore di interesse in cui più si desidera applicare le proprie capacità è senza dubbio il primo passo per individuare la migliore professione in cui poter esprimere il meglio di sé e trarne di conseguenza felicità.
Senza alcuna esitazione l’elemento di maggior interesse del mio lavoro in ambito finanziario è rappresentato dall’opportunità di lavorare in un contesto bancario articolato e specializzato in diversi settori finanziari eterogenei e al tempo stesso complementari e funzionali l’uno all’altro, che vanno dai Servizi di Negoziazione all’Asset Management, dal Private Banking alla Consulenza, dall’Attività Fiduciaria al Family Office, dal Real Estate e gestione di Fondi Immobiliari all’Advisory & Corporate Finance, ai Servizi per gli Investitori Istituzionali e all’offerta di fondi di investimento mobiliari di New Millennium, il primo fondo diverso dagli ETF a quotarsi in Borsa Italiana. Un contesto, quello in cui opera Banca Finnat, multiforme e diversificato che mi consente una visione complessiva dell’industria finanziaria domestica ed internazionale e mi offre l’opportunità di comprendere scenari variegati e molteplici mercati.
Hai lavorato sia in Italia che in Lussemburgo. In quale paese ti vedi nei prossimi anni?
Il richiamo per l’amata Patria mi ha riportato verso le mie origini: l’Italia. Il Lussemburgo ed in generale l’estero ha rappresentato per me un’opportunità formativa addizionale e l’occasione di confronto ed arricchimento in un contesto professionale e culturale internazionale.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crisi economica e finanziaria derivata da un fenomeno di grandezza internazionale. Ancora oggi molti paesi hanno difficoltà ad affrontare con serenità il futuro. Quale scenario, a livello finanziario, riesci ad immaginare per i prossimi 20 anni?
Tracciare uno scenario per i prossimi 20 anni relativamente all’evoluzione di un fenomeno attuale assai complesso come quello economico-finanziario a livello internazionale è un compito molto arduo, non solo perché occorrerebbe prevedere tutte le variabili micro e macroeconomiche di contesto in grado di contribuire all’evoluzione della crescita globale, ma sarebbe necessario anche stabilirne in anticipo il comportamento che le stesse potranno avere da qui ai prossimi 20 anni, dove tutto può succedere. Tuttavia è interessante soffermarci su alcune riflessioni relative ad aspetti di rilievo che possono rappresentare delle determinanti per futuri scenari.
Un ruolo focale sia in termini attuali che prospettici è giocato dalle Banche Centrali. L’intervento sui tassi e sulle valute con le recenti svalutazioni da parte delle Banche Centrali ha permesso di dare lo stimolo necessario all’economia nel mantenere un ritmo di crescita ritenuto sostenibile. Tutto sembra far comprendere che una guerra valutaria da tempo sia in atto, tuttavia occorre notare che al netto dei movimenti di breve periodo sembra invece che ci sia una alta cooperazione fra le banche centrali mondiali. Molto probabile che il risultato di un mondo globalizzato richieda necessariamente una maggiore condivisione nella politica monetaria. Negli ultimi anni l’appuntamento annuale di Jackson Hole, che ospita i vertici delle banche centrali mondiali, è diventato molto delicato e seguito dai mercati finanziari. È molto probabile che un atteggiamento “easing” dovrà perdurare.
Un secondo fattore su cui volgere l’attenzione è rappresentato dalle frequenti “rivoluzioni industriali” che si sono succedute negli ultimi 4 decenni e che hanno completamente cambiato le dinamiche economiche e sociali.
Nel settore Tecnologico ad esempio abbiamo vissuto cambiamenti epocali che non solo hanno riguardato la modifica degli usi dei consumatori ma anche il cambiamento dei player protagonisti a diverse riprese delle trasformazioni del settore. IBM era negli anni 70 il più importante punto di riferimento sull’hardware. Poi Microsoft ha permesso a chiunque, dagli anni 80 in poi, di avvicinarsi al computer grazie a software sempre più intuitivi, mentre Apple che navigava sulla frontiera della conoscenza ha stravolto nell’ultimo decennio l’uso del PC con l’avvento degli smartphone e dei tablet. Quale sarà ora la prossima “rivoluzione tecnologica”? Saranno realtà come Google a dettare il futuro? I mercati finanziari scommettono che una nuova era ci sarà a breve. La robotica sarà un’evoluzione non solo industriale ma disponibile anche al mercato “retail”. Le società giapponesi leader nel settore prevedono tassi di crescita molto forti nei prossimi anni in questo segmento.
Un’altra chiave determinante per la crescita futura sarà sicuramente data dall’uso efficiente delle risorse energetiche. Un diffuso uso della tecnologia richiede un forte consumo di energia. La sfida dei prossimi 20 anni si giocherà sul campo dell’efficienza energetica ed i vincitori saranno coloro i quali massimizzeranno le risorse disponibili e si concentreranno nella ricerca di nuove fonti.
Una riflessione va rivolta poi al tema della globalizzazione. I paesi emergenti di 15 anni fa sono oggi economie affermate. La globalizzazione va avanti ad un passo sempre più spedito con una conseguente interdipendenza fra Paesi e sistemi economici. Siamo prossimi ad avere un mondo diviso in 3 grandi poli estremamente dipendenti fra loro. La chiave di volta sarà basata sul livello di benessere reale che questi poli potranno esprimere, l’attenzione sarà rivolta sul livello di “inequality” che affligge i Paesi svilluppati . Al momento, il tasso di crescita del GDP è il fattore più diffuso per sintetizzare la ricchezza di un Paese. È chiaro che è estremamente riduttivo. I prossimi 20 anni potrebbero vedere politiche economiche rivolte a garantire un reddito percepito necessario affinchè il mondo globalizzato potrà contare su un consumo consolidato: nuove politiche sociali miste a spinte capitalistiche.
Volgendo uno sguardo all’Eurozona, dalla strategia messa in atto per rilanciare l’economia dell’UE entro il 2020, (cd Europa 2020), dovremmo aspettarci lo sviluppo di un contesto normativo che assicuri maggiore efficacia e sicurezza dei mercati finanziari nonché strumenti innovativi per finanziare i necessari investimenti, tra cui forme di collaborazione tra pubblico e privato.
……porsi degli obiettivi (che siano di rendimento, formativi, relazionali, ecc., occorre prima di partire definire chiaramente i propositi da raggiungere); pianificare (impiegare al meglio il tempo a disposizione è un fattore rilevante di successo ed un chiaro “action plan” ci permette di non affidare tutto al caso. Chi ha tempo non sprechi tempo, perché oltre ad essere limitato è spesso difficile da recuperare) e agire con determinazione e passione (se vale davvero la pena crederci allora occorre farlo seriamente fino in fondo).