Conosciamo David Clementoni difensore del Made in Italy e creatore di www.italian-artisan.com
David, ti riproponiamo anche noi una domanda che ti avranno fatto tutti, quando hai deciso e cosa ti ha spinto ad abbandonare la possibilità di ricoprire un ruolo importante all’interno dell’azienda di famiglia per iniziare la tua attività imprenditoriale?

Beh si, domanda ricorrente, e la mia risposta ‘formale’: ”non mi facevano tenere i capelli lunghi!’’ La risposta ‘informale’ invece è quella di aver sentito una chiamata: la chiamata del Made in Italy. Sentivo di poter creare qualcosa per quelle realtà che avevano un grande prodotto di eccellenza, ma che non riuscivano a comunicarlo e commercializzarlo nei mercati internazionali. Pertanto, dopo tre anni di esperienza in azienda, a tre giorni dalla proposta di continuare la dirigenza aziendale di terza generazione familiare, ho scelto di uscire ed intraprendere la strada imprenditoriale
Il modello di B2B (business to business), ovvero le relazioni fra imprese collocate in punti diversi della filiera produttiva, ha un volume d’affari molto più elevato di quello business to consumer, anche perché le imprese hanno adottato tecnologie di commercio elettronico in misura superiore rispetto ai consumatori. Senza numerosi intermediari, si registra un effettivo risparmio per il consumatore finale?
Decisamente si ed è questa la mission di Italian Artisan: rendere il lusso Made in Italy accessibile nel mondo. I nostri clienti, principalmente rivenditori, trovano vantaggio competitivo non solo in termini di costo prodotto ma soprattutto in termini di costi di gestione evitabili, viaggi, intermediari, ecc Accorciare la filiera fino ad avere un contatto diretto con il produttore permette di avere tempi brevi di trattativa ed un flow comunicativo/operativo più efficace. Questi sono alcuni dei key success factors che rendono competitivo il nostro modello di business e gli utenti fidelizzati.
Il Made in Italy è un marchio famoso in tutto il mondo, soprattutto nel campo della moda ma, secondo la vostra esperienza, quanto è ancora apprezzato? Potresti fornirci un po’ di numeri?
Made in Italy all’estero è sinonimo di estetica e qualità, dove la percezione dell’estetica è incontrastata rispetto al resto del mondo mentre per qualità il Giappone e la Germania ci anticipano (dati KPMG). L’articolo di Business Insider di qualche mese fa dal titolo: Luis Vuitton la borsa delle segretarie cinesi, ci fa comprendere che stiamo vivendo un momento molto particolare nel settore del fashion, dove il consumatore è sempre più alla ricerca di un prodotto che lo identifichi e che esprima la propria personalità (estetica). L’identificazione non avviene più nell’immagine del brand bensì nella storia produttiva (qualità) propria di ogni prodotto.
La cronaca ci fa scoprire quanto spesso si abusi del marchio “Made in Italy”, voi che tipi di controllo fate prima di mettere sulla vostra piattaforma un prodotto?
La certificazione del vero Made in Italy è un tema scottante, e chiave per il nostro business. Le grandi aziende industriali per scalare la produzione a grandi numeri ed essere sempre più competitive nel mercato internazionale, spostano le produzioni all’estero e assemblano in Italia per assicurarsi il marchio Made in Italy. Al contrario le aziende con le quali collaboriamo, data la loro identità artigianale, hanno una produzione limitata che non troverebbe vantaggio ad essere spostata all’estero. Teorie di business a parte, noi siamo molto pratici! Quindi oltre ai certificati di garanzia che molti enti rilasciano in Italia, noi di Italian Artisan, appoggiati da un team di esperti, verifichiamo direttamente che le aziende abbiamo la loro produzione 100% in Italia prima del loro ingresso in piattaforma, con visite mirate.